Attenzione alla demotivazione del bambino

Nutriamoci di curiosità, di passione, di interesse. Teniamo alta la voglia di imparare, di cercare, di scoprire sempre qualcosa di nuovo e, anche e soprattutto, di vedere una cosa conosciuta con sempre nuovi occhi. Creiamo link tra le nuove conoscenze e quelle che abbiamo già. Questa è la base per il vero apprendimento!

Stiamo all’erta per monitorare se tutti i bambini mostrano questa gioia della ricerca!

Mettiamoci quindi in allarme appena vediamo un bambino che non tiene il passo e sta facendo sforzi enormi per seguire i compagni. E’ nel momento che percepisce di non farcela che si insinua in lui uno stato di profondo scoraggiamento e smette di impegnarsi.

Qualcuno si allontana dalla prima fila, le spalle incurvate, la postura depressa di quello che ha visto che tutti i suoi sforzi sono vani.

Qualche altro, con un carattere più forte, come estremo tentativo di costruirsi anche lui un ruolo di primo piano, rumoreggia e fa il buffone per attirare l’attenzione. Anche l’attenzione negativa per un bambino è meglio di niente. Non tardano però ad arrivare le punizioni, la disapprovazione da parte anche degli insegnanti e dei compagni, e una certa fama che lo indica sempre come responsabile di tutto quello che succede. Anche lui presto diventa cupo e silenzioso e si arrende . I compagni lo considerano stupido o ritardato.

La scuola diventa una prigione, un luogo di sofferenza e allora scatta il rifiuto: può essere accompagnato dal pianto, dai mal di pancia, dai mal di testa … e la frattura tra i bambino e la scuola è diventata insanabile.

Tutti cerchiamo di evitare quello che non ci riesce, così fanno anche questi bambini.

Non si impegnano più, non ci provano neppure e questo ha delle gravi conseguenze.

Il nostro corpo è un sistema complesso e interattivo : quello che non usiamo si atrofizza e quello che si atrofizza coinvolge e danneggia “cervello, psiche, emozioni, comportamento e opportunità future della vita”.

Per Rudolph Tanzi, coautore di “Super Brain” “un bambino scoraggiato si rapporta al proprio cervello in modo diverso da uno incentivato a fare del proprio meglio ed anche il suo cervello risponde in un altro modo. A fare la differenza non è il lato fisico, la materia grigia, ma la volontà di tutta la persona, la sua determinazione, la sua pazienza, la sua speranza e la sua disciplina”.

Le frustrazioni si sedimentano e diventano blocchi per la vita inserendo il ragazzo in una spirale di sfiducia e di mancate possibilità nella carriera scolastica e soprattutto nella vita.

Per lui si chiudono i licei, le università e le opportunità più avanzate degli studi, per lui si apre il mondo del lavoro, ma quale lavoro per uno che non ha frequentato nemmeno le scuole superiori o al limite, ha qualche anno di scuola professionale?

La voglia di impegnarsi nasce dal successo e chi ha successo trova la motivazione e la forza per impegnarsi di nuovo su qualsiasi ambito: ecco perché dobbiamo far scattare l’allarme rosso davanti a un bambino demotivato. Ogni bambino è un universo di possibilità per lui stesso e per il mondo e non possiamo permetterci neanche di pensare di perderlo per non aver visto, per non aver colto una crisi passeggera che invece di risolversi in una ritrovata gioia rischia di diventare una costante deprivazione.

Cordelia Migliorini